Donato Bilancia, detto Walter, è stato il più efferato assassino seriale della storia italiana. La sua storia è un puzzle.
Attraverso una pluralità di testimonianze, documenti, ricostruzioni e materiali di archivio, in gran parte inediti, questa serie documentaria intende raccontare i pezzi di questa vita frammentaria e tragica, cercando di avvicinare la sua verità inconoscibile.
SINOSSI
“Cosa mi spingeva ad uccidere?
Non posso tuttora dare nessun genere di spiegazioni. Non ci sono risposte: è un salto nel buio e più avanti non riesco ad andare. Perché io ricordo tutto, momento per momento, quello che è successo fisicamente, materialmente. Però se lei mi chiede il perché, non so che dire.”
L’incredibile storia di Donato Bilancia si consuma e conclude nei terribili e febbrili sette mesi in cui ‘Walter’ si rende responsabile di 17 omicidi. Brutali, sconvolgenti, perturbanti. Ma la storia di Bilancia inizia molto prima, e attraversa momenti e stagioni sofferte ed in alcuni casi umilianti.
Potentino di nascita e ligure d’adozione, Bilancia ha avuto una vita turbolenta, che è difficile ridurre in poche righe: gestore di negozio di intimo femminile, gambler, giocatore d’azzardo, flâneur, rapinatore, truffatore, manipolatore, ladro, assassino. La sua vita trasuda tutte le ombre di una città, Genova. Ombre che si nascondono dietro il luccichio degli orologi pregiati, delle macchine di lusso, della ricchezza.
Una vita a lui preclusa ma che Donato vuole subito, e che, non appena raggiunta, perde immediatamente. Ossessionato dall’immagine dell’uomo di successo, si cuce questo abito illusorio addosso – un pezzetto alla volta, come una sorta di Arlecchino capovolto – fino a trasformarsi in angelo della vendetta. Un angelo distorto, in frantumi. La sua fragilità psicologica è direttamente proporzionale alla violenza omicida con cui si vendica dei suoi profittatori, o di chi considera tale.
Una volta sprofondato nel baratro del delitto, per lui non c’è più possibilità di risalita. La sua furia esplode senza tregua, assurda, feroce, imprevedibile. Implode dentro di lui e lo guida in un confuso e deviato tentativo di redenzione. Questa è una storia sulla mediocrità del male, su quanto sia spaventosa e vicina.
NOTE DI REGIA
“[…] since I cannot prove a lover to entertain these fair well-spoken days, I am determined to prove a villain and hate the idle pleasures of these days.”
Riccardo III – Atto I, W. Shakespeare
Al centro della serie doc c’è un protagonista assente, Donato Bilancia, morto nel dicembre 2020 nel carcere Due Palazzi di Padova.
Chi era Donato Bilancia?
Il progetto cerca di dare una risposta a questa domanda, senza inseguire modalità sensazionalistiche, ma con la forza del montaggio e della concatenazione di elementi narrativi in grado di restituire la complessità e le numerose sfaccettature di un personaggio inafferrabile come Donato Bilancia, inserendo particolari inediti anche rispetto a quanto rivelato da indagini e processi.
Ci guidano le voci di chi lo ha interrogato, analizzato, giudicato, conosciuto, i filmati e i materiali relativi al processo, gli archivi filmici (privati e non) sulla Genova del secondo dopoguerra, le ricostruzioni, così come i gangster movie a cui Bilancia si è sempre esplicitamente ispirato per la sua carriera criminale. La serie documentaria intende dare voce alle sue vittime e ai suoi giudici, ai suoi nemici e ai suoi sodali. E allo stesso Donato Bilancia.
Perché Bilancia in realtà è presente con il suo volto e la sua voce: sebbene non abbia voluto presenziare ai processi, di lui si conservano documenti video unici: gli interrogatori che ci mostrano il suo fare manipolatorio e che comprendono la confessione dei suoi delitti.
L’idea è uscire da cliché scandalistici e televisivi per dare alla serie crime doc Citizen Bilancia un taglio più adulto e cinematografico, in cui la complessità di questa storia si faccia strada, in cui si possano raccontare anche i retroscena della vicenda, e dare il giusto peso ai suoi numerosi protagonisti. Ma il cuore della vicenda resta Donato Bilancia e il suo abisso: come rilevato nella perizia psichiatrica, non potendo essere un gentiluomo ha scelto – come il Riccardo III shakespeariano – di essere un criminale.
MOTIVAZIONI RISPETTO AL PROGETTO
Ci occupiamo di percorsi biografici da anni, con un interesse particolare per i progetti che ci permettono di inserire storie particolari all’interno di scenari più grandi, collettivi, storici, sociali e culturali.
Nel nostro percorso di produzione abbiamo lavorato spesso con lo strumento dell’intervista e quello dei materiali di archivio. Il progetto su Donato Bilancia conserva e spinge in nuove direzioni questi strumenti narrativi, delineando un percorso inedito: modellare un ritratto biografico su di una delle più controverse figure della storia italiana.
In Italia sono molto rare le esperienze di scrittura documentaria seriale, e ancora meno sono quelle con un taglio autoriale e cinematografico. Non abbiamo una grande quantità di risultati nell’ambito delle serie documentarie nell’industria nazionale, non abbiamo padri illustri, non esiste una scuola, una rete o una storicizzazione, solo rari (seppur significativi) exploit.
Ci sono però delle storie che dovrebbero essere raccontate con una forma documentaria ‘expanded’, e quella di Donato Bilancia è una di quelle. Anche per il significato simbolico che la figura di Bilancia incarna: quello di uno sconfitto che perde poco a poco, come in uno stillicidio, la sua umanità.
Ci spinge a progettare una serie su Donato Bilancia la convinzione che si possa lavorare sulla scrittura per il cinema (e la tv) cercando la confezione migliore per ciascun progetto, con un lavoro di squadra ad hoc, senza porsi limiti di formato.
Il progetto su Bilancia cerca un punto di equilibrio tra gli elementi narrativi, storici, sociali, biografici, patologici e mediatici che compongono una storia character driven dall’enorme potenziale, finora non sfruttato. Seppur utilizzando codici popolari, il progetto prevede un certo grado di sperimentazione, che vogliamo provare a sviluppare.